NON SOLO FOIBE!

Nel mio intervento di ieri, 10 Febbario 2021, sulle Foibe, durante la Commemorazione promossa dal Comune di Cecina, ho sottolineato l’importanza di un avvenimento che s’inserisce a pieno titolo nel contesto storico esaminato anche dal Presidente del Consiglio Comunale di Cecina: l’eccidio di PORZUS, in occasione del quale un folto gruppo di Partigiani italiani e non comunisti della “Osoppo” (tra cui lo zio del cantautore Francesco De Gregori e il fratello del poeta Pier Paolo Pasolini) fu sterminato dai partigiani italiani e comunisti della Divisione Garibaldi “Natisone”.

Ha scritto a questo proposito lo storico ARRIGO PETACCO: “Nella Venezia Giulia, causa la particolarità dell’ambiente e la preponderanza slava, la convivenza tra partigiani ‘rossi’ e partigiani ‘bianchi’ si rivelò subito molto difficile e fu causa di episodi di efferata gravità” (A. PETACCO, L’Esodo. La tragedia negata degli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia, Mondadori, Milano 1999, p.104).

Dopo la Commemorazione, c’è stato uno scambio di battute tra me e il collega prof. Carlo Rotelli su FB, che merita di essere qui di seguito riportato.

CARLO

Una delle pagine più buie della Resistenza che giustamente vanno rammentate. La faziosità ideologica finì così per provocare una vicenda orrenda come quella di Porzus. Questo però non inficia un movimento partigiano che nel suo complesso scrisse le pagine gloriose della Liberazione, non a caso detta anche Secondo o Nuovo Risorgimento.

ALDO

In risposta all’amico Carlo Rotelli, che ringrazio per il suo intervento nella discussione, e a chiarimento di quanto da me già detto, aggiungo che l’eccidio di Porzus non si può considerare un caso isolato, ma la dimostrazione che “pensare alla Resistenza come al momento fondativo di un’identità nazionale italiana, come alla matrice di un comune sentire civico, significa davvero pensare qualcosa quasi di impossibile. La presenza nelle sue fila di una forza e di un’ideologia come quelle del PCI…ha impedito che la Resistenza potesse dirsi realmente animata da un comune spirito patriottico” (E. GALLI DELLA LOGGIA, “La morte della Patria”, Laterza, Roma-Bari 1996, p. 72). Naturalmente Carlo Rotelli obietterà che Galli della Loggia è troppo di parte, pertanto passo a citare CLAUDIO PAVONE, storico notoriamente di sinistra che, a proposito della Resistenza, ha parlato di “guerra civile”. Ma se “guerra civile” fu, che fondamento può avere la definizione della Resistenza come secondo Risorgimento? Nessuno!

CARLO

Salvatorelli, storico di orientamento laico, parla di secondo Risorgimento ed anche il cattolico Carlo Arturo Iemolo. Per non dire di tutta la componente socialdemocratica ed il Partito d’azione. Nella Resistenza non ci furono soltanto i comunisti. E poi insieme allo scontro col fascismo repubblichino ci fu la lotta di liberazione dall’occupante tedesco cui parteciparono anche le truppe italiane agli ordini di Umberto di Savoia. Infine nelle brigate garibaldine le componenti socialiste e comuniste presentavano già allora convinte testimonianze di aspirazioni democratiche. Penso che sia riduttivo caratterizzare la lotta resistenziale come “guerra civile’ in termini di scontro tra fazioni. Proprio Alcide De Gasperi, nel suo famoso discorso alla Conferenza di pace di Parigi, faceva riferimento al contributo di sacrificio italiano per la riconquista delle libertà democratiche e fu l’ambasciatore americano a comprendere il senso di quelle parole ed a stringergli la mano.

ALDO

Mi compiaccio del fatto che la nostra discussione abbia assunto un carattere vié più interessante, al punto da sognare una cosa che non si farà perché sappiamo che attirerebbe poche persone: una conferenza al Circolo Culturale “Il Fitto” di Cecina su Porzus, la Resistenza, ecc. Ma, per fortuna, sognare non è MAI un peccato!

CARLO

Allora, sogniamo insieme!

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12 commenti su “NON SOLO FOIBE!

  1. Anonimo ha detto:

    Caro Aldo, purtroppo come per tutto il ventennio fascista, non abbiamo ancora “digerito” come nazione anche la parte della fine della II guerra mondiale e la resistenza. Senza se e senza ma, con gli occhi dello storico bisogna spogliarsi dalle “partigianerie” in senso lato, anche il Tuo giudizio sul PCI è tanto severo quanto di parte, credo che un confronto come quello letto sin qui nel Tuo scritto sia necessario ed utile per tutti per comprendere, poter discernere senza pregiudizio alcuno. Sicuramente oltre alle foibe ed all’episodio da Te riportato ve ne sono stati altri perpetrati in nome del comunismo e dell’antifascismo, in quelle circostanze così concitate.Tutte vanno o andrebbero condannate e ricordate alla pari delle oscenità del gen. Graziani in Libia e ….tantissime ancora

    • aldosimone ha detto:

      Grazie per essere intervenuto nella discussione con sagace pacatezza (mi dispiace solo che tu abbia scelto di rimanere anonimo): l’importante è riuscire a parlare finalmente di queste cose sine ira ac studio!

      • Nicola Pileggi ha detto:

        Caro Aldo scusami ma pensavo fossi registrato

      • aldosimone ha detto:

        Caro Nicola, l’avevo quasi indovinato che fossi tu, per la limpidezza inconfondibile del tuo eloquio. Sta di fatto che su Porzus ci sono ancora tante cose da dire e approfondire, per esempio il rapporto della Osoppo con la X MAS: se ci fu, non ci fu e di che natura fu. Nel film, che pochi hanno visto perché la RAI prima l’ha prodotto e poi l’ha quasi tolto di mezzo, il tema viene affrontato in maniera un po’ romanzesca ma avvincente. Infine, a proposito del PCI, non puoi negare il fatto che questi personaggi, coinvolti in stragi ai danni di altri partigiani, venivano sistematicamente mandati a “svernare” a Praga o in qualche altra località d’oltrecortina con l’avallo dei più alti dirigenti di quel partito (anche qualche brigatista della prima ora), come nel caso dell’on. Francesco Moranino, che tu ben conoscerai, immagino.

      • Nicola Pileggi ha detto:

        Caro Aldo il PCI di Togliatti è quello che ha generato quello di Berlinguer io ho aderito a quest’ultimo senza disconoscere radici ma in maniera critica, se però andiamo a guardare il socialismo reale l’idea comunista trasposta in forma di stato sulla base degli scritti di Lenin si è rivelata un fallimento, meglio molto meglio Proudhon. Ma avendo il pollice opponibile non pensi che la utopia del socialismo sia molto più vicina all’idea cristiana di eguaglianza che certe idee conservatrici? La Storia recente d’Italia deve essere compresa da tutti per evitare nostalgie inutili e riconoscere gli errori commessi al fine di non reiterarli

  2. GIOVANNI ALBI ha detto:

    Caro Aldo, Porzus è l’esempio di quello che ci sarebbe capitato se non ci fosse stata Yalta.
    E’ li che si stabilirono le aree geografiche di “competenza” ideologica, per nostra fortuna l’affinità culturale ( oserei dire anche spirituale..) con le nazioni occidentali ci salvò dai delirii del Comunismo. Il sanguinario Stalin era si di animo criminale, ma rispettava i patti facendo capire ai compagni italiani che non avrebbe mosso un cosacco per aiutarli nella loro tanto agognata Rivoluzione, perché era questo il loro obbiettivo primario, l’accettazione della Democrazia fu per loro un amaro ripiego, ci furono costretti dalle circostanze, non certo per spirito di liberalità, basta guardare quello che combinarono in Grecia provocando altri lutti in una nazione già martoriata.

    Nessuno vuol disconoscere i meriti che il Socialismo italiano del secondo dopoguerra (quello del primo dopoguerra ha generato il Fascismo e sappiamo come è finita..stendiamo quindi un velo pietoso ) ha avuto nel riscatto del proletariato e nel progresso dello stato sociale, ma ritenere che il Comunismo possa essere considerato come una opzione accettabile mi sembra una sciocchezza, chiederei, al propugnatore di questa alternativa, di citarmi un solo caso al mondo dove il Comunismo non abbia istituito galere e campi di concentramento per chi esprimeva idee non conformi a quelle del Partito.

    Io direi che l’abbiamo scampata bella.

  3. aldosimone ha detto:

    Caro Giovanni, concordo, però sono anche felice di aver dato la parola ad uno dell’altra sponda, perché dobbiamo fare di tutto per isolare i “negazionisti” duri e puri, che sono ancora tantissimi!

  4. aldosimone ha detto:

    Caro Nicola, tu porti vasi a Samo introducendo nella discussione il Cristianesimo, solo che io a quello di questo papa, preferisco quello di B. CROCE e del suo “Perché non possiamo non dirci cristiani”: un Cristianesimo liberale che non considera la ricchezza un peccato da farsi perdonare e ammicca a Max Weber (tu mi capisci vero?).

    • Nicola Pileggi ha detto:

      Certo che Ti capisco e provoco in senso bonario, avere un contrasto o un confronto dialettico con una bella mente come la Tua ( peccato vocava alla “conservazione”) è sempre stato stimolante sin da quando “passeggiavamo” confrontandoci in via Brindisi, eravamo giovani io molto incendiario Tu molto moderato. Ma liberalismo e cristianesimo possono coniugarsi mai?

      • aldosimone ha detto:

        Devono, in nome dell’ “alleanza fra lo spirito di libertà e lo spirito di religione”, di cui parlava NICOLA MATTEUCCI nella sua Introduzione a “Il problema dell’ateismo” di AUGUSTO DEL NOCE (Il Mulino, Bologna 1990, p. XXVI). Quanto alle nostre “passeggiate”, ti confesso che ne nutro una nostalgia struggente!

    • GIOVANNI ALBI ha detto:

      Caro Aldo, la ricchezza è neutra (pecunia non olet…), semmai la rende “peccato” il modo con il quale la si è raggiunta, così come può essere peccato il modo con il quale la si impiega.

      • aldosimone ha detto:

        Ne convengo, a dispetto di certi alti prelati come il cardinale Giovanni Angelo Becciu!

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